Bisogni e desideri
In Gestalt si pensa che l’essere umano non si comporti in un modo o in un altro basandosi solo sulla ragione, scegliendo cioè quello che appare ragionevole fare, ma che sia anche spinto dalla carenza, dalla sensazione di mancanza, esperienza che nel quotidiano diventa bisogno o desiderio. Al principio di ragione si affianca quello del piacere, come quello che sentiamo bevendo un bel bicchiere di acqua fresca dopo una lunga camminata sotto il sole d’estate.
I bisogni e desideri sono uno dei carburanti con cui ci muoviamo nel mondo.
La qualità della vita dipende da molti fattori, ed un modo per “misurarla” è utilizzare il metro della soddisfazione. È in questo campo che entrano in gioco bisogni e desideri: soddisfare un bisogno provoca soddisfazione, realizzare un desiderio provoca soddisfazione. Ma che differenza c’è quindi tra bisogni e desideri?
Pur originando entrambi da una qualsivoglia forma di carenza, in realtà l’esperienza del bisogno differisce sostanzialmente da quella del desiderio. Per dirla con una metafora, il bisogno di mangiare nasce dalla sensazione di fame, di vuoto allo stomaco, e può essere soddisfatto riempiendo tale vuoto, anche con la prima cosa commestibile che capita tra le mani. Il desiderio invece è sedersi al ristorante e aprire il menu, iniziare a leggerlo e immaginarsi il gusto di ciò che viene proposto, e poi scegliere.
Siamo esseri desideranti, non esiste un momento in cui desideriamo qualcosa o qualcuno
Io credo che la psicoterapia in generale, e soprattutto la Gestalt, sia metaforicamente parlando una sorta di lampada di aladino. La differenza è che qui i desideri non vengono realizzati da un fantomatico genio, ma in qualche modo siamo il genio di noi stessi. E, purtroppo, non basta sfregare la lampada per realizzare i desideri. I desideri vanno espressi, riconosciuti, bisogna dare loro forma: sentire ciò che manca, e immaginare come questo buco potrebbe essere riempito, assaporando l’effetto che fa la fantasia che abbiamo creato.
Trasformare il bisogno in desiderio ha il vantaggio di aprire il ventaglio delle possibilità, di vedersi come in prospettiva, e di affiancare al soddisfacimento di un bisogno il piacere del desiderio, come passare dal “mi manca” al “voglio”; resta poi da dirsi se si è disposti ad assumersene la responsabilità, e vedere se si è disposti a pagarne il prezzo.