Il fare della Gestalt si può racchiudere all’interno della parola esperienza, con tutto il suo enorme portato evocativo e descrittivo. Ogni esperienza è il risultato di ciò che la persona sente, pensa, fa.
Quello che siamo è frutto delle esperienze che abbiamo fatto, reali o immaginate che siano, di come le abbiamo attraversate e di come ci hanno attraversato. In ogni esperienza abbiamo fatto una scelta, ed é la storia delle nostre scelte che ci determina.
La seduta assume i contorni di un laboratorio, dove attraverso l’esperienza si modificano i comportamenti e le relazioni che la persona mette su con se stessa e con ciò che la circonda e riguarda. Solitamente, uscire dalle proprie abitudini crea angoscia. Il fatto di sostenere la persona in una nuova esperienza che la porta fuori dall’abitudine è quello che possiamo definire una esperienza terapeutica.
Si può immaginare che in Gestalt curiamo l’esperienza che la persona fa.
La psicoterapia della Gestalt è un approccio fenomenologico esistenziale. In seduta si lavora con quello che emerge nell’esperienza vissuta, sia essa un tema portato dal paziente, un nodo da sciogliere, una situazione di disagio, e sull’effetto che tutto questo fa. Si lavora per cambiare non tanto quello che si é, piuttosto quello che si fa con ciò che si ha.
In psicoterapia si lavora su:
- soddisfare i propri bisogni, seguire i propri desideri
- sviluppare la presenza a se stessi, intesa la capacità di essere in contatto con il proprio corpo e col proprio sentire
- vivere l’esperienza, con tutti i suoi annessi e connessi, adattandosi ad essa creativamente
- mettere in gioco le proprie capacità relazionali, sia con sé che con l’altro
- praticare il libero arbitrio, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte