Mondo interno e mondo esterno
Nella realtà di tutti i giorni è abbastanza semplice verificare l’esistenza di un mondo che esiste se guardo dentro di me, e un mondo che esiste fuori di me. C’è qualcosa che vedo, tocco, assaporo, una realtà con la quale entro in contatto, e c’è qualcosa che viene come evocato dentro di me, che si accende nel mio personalissimo mondo interno, che posso chiamare con il nome di fantasie, ricordi, sensazioni ed emozioni. L’attenzione è lo strumento da utilizzare per accorgersi di questi due mondi: spostandola dal mondo esterno a quello interno si percepisce la differenza tra la propria realtà oggettiva e il proprio vissuto soggettivo.
Si vive tra due mondi: uno esterno, dove succede in ogni momento qualcosa, uno interno, dove quello che succede fuori risuona e riverbera.
C‘è quello che c’è, e c‘è l’effetto che fa.
Ogni cosa che accade provoca un effetto di cui è possibile accorgersi se si fermano per un attimo i pensieri e i giudizi, e si sta in ascolto del linguaggio che viene su dal corpo, linguaggio che utilizza al posto delle parole le immagini, le sensazioni e le emozioni.
E cosa ancora più importante è il fatto che questi due mondi siano indissolubilmente legati l’uno all’altro: di fatto ciò che provo influenza ciò che trovo, e viceversa. Per esempio, se quello che provo è sempre paura, il mio sarà un mondo costellato di pericoli; se il mondo mi sembra sempre pericoloso, la paura sarà la mia compagna di vita. La realtà è costruita, momento per momento, da questo intreccio.
La psicoterapia della Gestalt lavora con le gambe ben piantate nello spazio di transizione, dove questi due mondi entrano in contatto, con lo scopo di migliorarne la qualità. Se la realtà del quotidiano si forma nell’incontro tra mondo interno e mondo esterno, la sua qualità dipende da quanto questo incontro scorre, fluisce, o da quanto appare fermo, cristallizzato. Il lavoro terapeutico in quest’ottica può essere immaginato come un lavoro di mediazione tra mondo interno e mondo esterno, un lavoro di accordo e negoziazione tra ciò che il mondo offre o toglie, e ciò che si muove dentro, alla ricerca di una sorta di compromesso o di sintesi che renda armonico l’incontro tra questi due mondi che, come in un infinito gioco di specchi, si riflettono l’uno sull’altro.